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Non lasciamoci rubare la speranza

3 ottobre 2025 di Gianni Di Santo
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Sono passati dieci anni. Eppure sembra che il grido della Terra e dei Paese poveri del mondo che reclamano una conversione ecologica attraverso politiche green, sia rimasto inascoltato. Papa Francesco ci aveva messo la faccia, le mani, il cuore, e intelligenza critica. L’enciclica Laudato si’ era (è) la prospettiva etica globale per salvare il Pianeta deturpato da un selvaggio capitalismo che pensa solo ai propri interessi. È proprio così. Alla parola illuminante di Francesco e delle religioni fa da contraltare ancora chi sostiene, come il presidente Trump, che la crisi climatica sia un’invenzione o peggio un imbroglio ordito dai cinesi contro l’industria americana.

Così, intervenendo il primo ottobre al Centro Mariapoli dei Focolarini a Castel Gandolfo, nell’ambito della conferenza Raising Hope on Climate Change, organizzata dal Movimento Laudato si’ in collaborazione con il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, Caritas Internationalis, Cidse, Uisg Movimento dei Focolari ed Ecclesial Networks Alliance, Leone XIV ha ricordato ai partecipanti l’impatto dell’enciclica ormai giunta al decimo anniversario. Incoraggiando società e singoli cittadini a “fare pressione” sui governi perché sviluppino normative per contrastare i danni ambientali. 

Ancora un po’ e non saremo più in grado di tornare indietro

Una due giorni, in programma dal 2 al 3 ottobre, al quale hanno partecipato oltre mille persone, tra le quali leader provenienti dal mondo della fede, dei movimenti, della scienza e della politica.

L’incontro di Castelgandolfo, riflette Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Ac, tra i partecipanti, “ è espressione di una urgenza che cresce dal basso e che anima le comunità e le aggregazioni in tutti i Paesi del mondo nel chiedere un cambiamento di passo alle istituzioni e, in particolare, dai governi. I 10 anni della Laudato si’ sono anche un’occasione per fare un bilancio di quanto, grazie al paradigma dell’ecologia integrale, sia cambiato l’approccio ai temi della lotta al cambiamento climatico e alla promozione di nuovi stili di vita sostenibili. Pace e ambienti, disuguaglianze e povertà, democrazia dal basso e amicizia sociale sono diventate le coordinate di impegno che uniscono l’azione e la responsabilità sociale di tantissime realtà ecclesiali capaci di includere in tali percorsi persone e organizzazioni con diversa sensibilità. La sfida più ardua, l’ha ricordata Papa Leone XIV, è quella della conversione del cuore: non ci può essere autentica trasformazione se non nasce da un cuore rinnovato e rigenerato dall’Amore”.

«Viviamo tempi segnati dal pericolo – ha detto il cardinale Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dell’evento – viviamo il pericolo di rottura, di non ritorno. Tuttavia, come insegna la poesia, laddove c’è pericolo, nasce il Salvatore. Abbiamo la necessità di recuperare la capacità di venerare e ascoltare la terra. La crisi ecologica è anche, come dice Leone XIV, una crisi di fiducia. 

Dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo alimentare la speranza. Le richieste che ci vengono dalla base ci ricordano la primazia della dignità dell’essere umano, ci dicono che l’etica deve prevalere sugli interessi contingenti. Speriamo che nella COP30 si prendano decisioni da statisti. Ancora un po’ e non saremo più in grado di tornare indietro».

Non lasciamoci rubare la speranza

Il decimo anniversario della Laudato si, ha detto suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero, «non è un traguardo, ma un nuovo inizio. Ci chiama a un rinnovato impegno, perché sappiamo che le sfide sono ancora enormi: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, le disuguaglianze sociali, le migrazioni forzate, i conflitti che hanno sempre più anche radici ambientali. Eppure, come ricordava papa Francesco, non possiamo lasciarci rubare la speranza. Il futuro del pianeta, infatti, non è una questione che riguarda solo i governi: riguarda ciascuno di noi, le nostre famiglie, le nostre comunità, il modo in cui produciamo, consumiamo, ci relazioniamo con gli altri e con il creato».

«Che cosa risponderemo?»

Se lo chiede Leone XIV: «Dio ci chiederà se abbiamo coltivato e custodito bene questo mondo che Egli ha creato, a beneficio di tutti e delle generazioni future, e se ci siamo presi cura dei nostri fratelli e sorelle. Allora, che cosa risponderemo?».

Coltivare le quattro dimensioni dell’esistenza

Il Papa ha invitato quindi a essere portatori “di quella speranza” che ha origine dal riconoscere Dio già operante nella storia. Leone XIV auspica che ciascuno possa coltivare quattro dimensioni dell’esistenza: «Che ciascuno di noi possa crescere in queste quattro direzioni: con Dio, con gli altri, con la natura e con sé stesso, in un atteggiamento costante di conversione. L’ecologia integrale vive di tutte queste dimensioni: impegnandoci in esse possiamo accrescere la speranza, attuando l’impostazione interdisciplinare della Laudato si’ e la chiamata all’unità e alla collaborazione che ne scaturisce».

Al termine di questa settimana la Conferenza lancia un piano d’intenti, il Laudato si’ 10. Questo impegno collettivo sarà presentato alla prossima Cop30 come Laudato si’ Peoples Determined Commitment, un piano che può affiancarsi ai Piani ufficiali determinati a livello locale dai diversi Paesi e contribuire al Global Ethical Stocktake, il bilancio delle misure di vario tipo assunte a livello globale per la realizzazione dell’Accordo di Parigi sul clima. 

La pace, con umiltà e perseveranza
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