Il sorriso nei volti. È quello che abbiamo visto nei giovani (circa cinquemila quelli di Ac) che hanno abbracciato Roma per la loro settimana giubilare con l’entusiasmo, la gioia e la voglia di impegnarsi per un mondo migliore. Più giusto, più solidale, più in pace. Un sorriso che devono aver preso da Pier Giorgio Frassati. Sì, proprio il Frassati dei Tipi Loschi, quello delle virtù quotidiane, semplici semplici, quello della contemplazione, della preghiera davanti al Santissimo, e quello dell’amicizia, delle cordate in montagna, della solidarietà vissuta e praticata nel silenzio, quello della politica come la più alta forma di carità.
Pier Giorgio è l’amico – ormai non più nascosto, per fortuna, visto che il prossimo 7 settembre sarà canonizzato da papa Leone XIV – che si portano a casa. Il “di più” di questa settimana giubilare vissuta a Roma tra le chiese, i sapori, i monumenti, il traffico di una città bellissima che ha custodito, per una settimana, il corpo del beato Frassati.
Una fila pazzesca davanti alla basilica di santa Maria sopra Minerva, nella centralissima via a due passi dal Pantheon e dal Parlamento. L’hanno fatta in tanti, in migliaia, sempre più numerosi, a ogni ora del giorno, sotto un caldo terribile e stravaccati per terra. Ma la fila per entrare e poter vedere la bara di Pier Giorgio, sì, quella va fatta. In ordine sparso. Senza lamentarsi. L’amico Pier Giorgio va conosciuto, quasi annusato, toccato con mano. Lui sì che è un testimone della speranza che non ha confini e non ha paura di sporcarsi le mani con il mondo.







Tutti alla chiesa Nuova di Santa Maria in Vallicella
E la settimana dei giovani di Ac è stata piena, convinta, appassionata. Con un inizio “culturale” alla libreria San Paolo di via della Conciliazione dove è stato presentato il volume Di Santa ragione. Con Frassati in cammino verso l’altro, scritto dai vicepresidenti nazionali per il settore Giovani, Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi, e l’assistente centrale don Michele Martinelli.
Ma ogni piazza romana trasudava di Pier Giorgio. Le mostre che parlano di lui, parlano pure al cuore di tutti i presenti. Ecco perché la chiesa Nuova di Santa Maria in Vallicella, praticamente la base delle attività principali dei giovani di Ac e msacchini, è stata una chiesa che è andata oltre. Oltre le liturgie, pur belle e partecipate, oltre le catechesi, seguitissime e stracolme di gente, oltre perfino lo sguardo stralunato dei romani che hanno, in qualche modo, sopportato il gran trambusto del via-vai giovanile.
Una mostra su Frassati, dunque. Ma anche un’altra, intitolata Unissued diplomas, toccante memoria degli studenti ucraini uccisi nella guerra ancora in corso.








Mostre e talk: parole nuove per dire speranza
Ed ecco che, durante la festa, non sono mancati due momenti di riflessione in dialogo con le storie del mondo che stiamo attraversando. Raccontare la pace: disarmata, disarmante, umile e perseverante con un dialogo intenso sulle realtà della guerra dell’Ucraina, e una conversazione sul potere della narrazione e sul dovere della verità in tempi di guerra. Ma anche Hope on air: giovani costruttori di speranza: parole per dire speranza nel mondo dei giovani.
Le catechesi
Anche le catechesi, sotto lo sguardo vigile di Pier Giorgio, hanno comunicato che la fede è un libro aperto, che non si rinchiude dentro le rigide mura del tempio ma va fuori, nella piazza. Le parole del card. Repole, del vescovo Anselmi e dell’assistente generale dell’Ac e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, mons. Claudio Giuliodori, infatti, hanno lasciato il segno nell’uditorio attento e vigile a ogni passo. Bello vedere tanti giovani seduti per terra mentre ascoltano la Parola e le parole. La Parola del vangelo e le parole che mettono insieme scuola, responsabilità, politica, servizio, solidarietà. E in chiesa non c’è un telefonino che suona, e nessuno fiata.







Davanti alla bara di Pier Giorgio
E poi c’è sempre lui, l’amico di tutti, Pier Giorgio. Dal 26 luglio al 4 agosto, il corpo del beato Pier Giorgio Frassati è esposto alla venerazione presso Santa Maria sopra Minerva, dove ieri i giovani si sono trovati per l’adorazione eucaristica seguita dalla celebrazione della Messa. Una fila interminabile che la dice lunga sull’affetto che i giovani di ogni luogo e ogni parrocchia hanno per questo giovane morto cento anni fa e che tra un mese sarà il “nostro” santo.
«Caro Pier Giorgio – ha detto mons. Claudio Giuliodori nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa per Frassati alla basilica di Santa Maria sopra Minerva l’1 agosto – il tempo in cui tu hai vissuto non era certamente migliore di quello odierno, differenze sociali, tensioni politiche, scenari in rapida trasformazione negli anni che dal dramma della prima guerra mondiale conducono al secondo e ancor più devastante conflitto. La tua sensibilità spirituale non ti ha allontanato dall’agone socio-politico, anzi ti ha reso ancora più attento e partecipe delle vicende umane dei lavoratori e dei processi culturali del tuo tempo, portandoti a condividere percorsi associativi e anche a prese di posizione forti e spesso controcorrente. Aiutaci a non contrapporre vita spirituale e impegno sociale, cammino di fede e passione per il bene comune, ricerca della santità e costruzione concreta di percorsi di pace e di giustizia. Ti preghiamo, aiutaci a non rimanere spettatori inerti davanti ad un mondo che sembra andare in frantumi per il radicalizzarsi e ampliarsi dei conflitti».
Con Pier Giorgio, la bisaccia del pellegrino è leggera, ma piena di belle cose. I giovani tornano a casa con la certezza di essere in cammino. Una cordata di amici in cerca di sorriso.