Ciascuno di noi è la propria storia. Nel raccontare impariamo a dare un ordine alle cose, a ricomporre i frammenti, a fare pace con il passato. La narrazione aiuta a comprendere, indirizzando lo sguardo e l’intelligenza sul senso di ciò che si vive. Quando la narrazione nasce dalla profondità dei vissuti e da essa ci si lascia toccare, la comprensione a cui apre si fa cura. C’è un potenziale terapeutico nel narrare. È questa la parabola della narrazione che il dossier Narrare e comprendere di Dialoghi (n.3-2025) curato da Pina De Simone e Donatella Pagliacci intende esaminare: narrare per comprendere e per comprendersi, per imparare ad aver cura.
I contributi del dossier sono: Da che punto narri il mondo forum con Lucia Capuzzi, Paolo Reineri, Lorenzo Zardi; Come e perché leggere i racconti della Bibbia di Marco Tibaldi; Riconfigurare le storie di Annalisa Caputo; Narrarsi. L’autobiografia come forma di cura di sé di Iolanda Poma; La narrazione nell’incontro di storie spezzate dalla violenza di Carla Danani; Fenomenologia delle narrazioni nella relazione di cura di Massimiliano Marinelli.
Oltre al “dossier”, scorrendo l’indice del trimestrale culturale promosso dall’Azione cattolica italiana, edito dall’Editrice Ave e diretto da Enzo Romeo, troviamo l’editoriale La scelta religiosa come via di santità laicale di Giuseppe Notarstefano.Per il presidente nazionale dell’Ac,la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati richiama uno stile di santità laicale capace di intrecciare fede, relazioni autentiche e impegno sociale. La sua testimonianza illumina la crisi della democrazia e invita i cattolici a formarsi, discernere e agire, costruendo amicizia sociale e promuovendo giustizia e bene comune.
Seguono i contributi di “primo piano”:
Diplomazia, pace e democrazia in un mondo in disordine di Antonio Campati. Dalla caduta del Muro di Berlino al ritorno della guerra nel cuore dell’Europa, il mondo attraversa una fase di disordine crescente. La crisi della diplomazia, il logoramento del multilateralismo e le trasformazioni delle democrazie richiedono nuovi paradigmi di convivenza. Costruire “istituzioni di pace” e rilanciare il principio di sussidiarietà diventa oggi condizione per un ordine internazionale più giusto ed efficace.
Kayfabe, ciarlatanerie e ipodemocrazie: le sfide occulte nella risoluzione dei conflitti di Sandro Calvani. Il kayfabe, finzione consensuale del wrestling americano, spiega perché molti conflitti non si risolvono: dietro le trattative si nascondono interessi economici che traggono profitto dalla guerra perpetua. Il complesso militare-industriale e le “ipodemocrazie” mantengono questo sistema. Solo riconoscendo questi meccanismi sarà possibile una vera pace globale.
Per la rubrica “eventi e idee” troviamo gli articoli:
La proposta di istituire un Ministero della Pace e le sue ragioni di Andrea Michieli. Di recente, a Roma è stata rilanciata la proposta di istituire un Ministero della Pace, sostenuta da un ampio partenariato sociale. L’obiettivo è colmare un vuoto strutturale nelle politicheitaliane, coordinando le iniziative di pace e prevenzione dei conflitti. Questo ministero concretizzerebbe il principio dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che impone alla Repubblica il ripudio della guerra e promuove la giustizia e la pace internazionale.
Ricchi e potenti: è il capitalismo 5.0 di Vittorio Sammarco. Il rapporto tra informazione e potere si è aggravato in questi anni a causa della ricchezza esibita ed esaltata. Il “governo dei soldi” (plutocrazia) sta accumulando strategie, metodi e profitti. In questo contesto, dove sono l’informazione e la libera opinione? Schiacciate dal digitale, ma non assenti.
Ricca come sempre la sezione “il libro & i libri” con i testi:
La Provvidenza tra caso e necessità di Luigi Alici – Recensione a G. Canobbio, La vita è un caso? Sulla Provvidenza.
Tra inclusione ed equità: una sfida per lo sport (e non solo) di Francesca Marin – Recensione a L. Grion, (S)confini. La lotta delle donne per l’inclusione nello sport.
Oltre le distopie di Luca Micelli – Recensione a S. Calvani, G. Rizzi, Protopia, un nuovo impegno quotidiano per i beni comuni globali.
La profondità in un clic di Maria Giovanna Grano – Recensione a G. Zanchini, La cultura nei media. Dalla carta stampata alla frammentazione digitale.
Chiude il numero la rubrica “profili” con il contributo Carlo Maria Martini, profeta della Parola di Marco Vergottini. Carlo Maria Martini possedeva uno stile comunicativo fondato sull’ascolto, sul silenzio e sul dialogo. Una comunicazione che non impone, ma accoglie e interroga, secondo lo stile narrativo di Gesù. In un tempo di parole vuote e polarizzate, la sua figura resta profezia di una parola che nasce dalla fede e genera comunione.

Un nuovo direttore per Dialoghi
Con questo numero «Dialoghi» vive un passaggio significativo: Enzo Romeo assume la direzione della rivista, subentrando a Pina De Simone.
La Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana rivolge a Pina un sincero e grato riconoscimento per l’impegno generoso e la profondità di visione con cui ha guidato il trimestrale, rendendolo un luogo di amicizia e di relazioni significative, aperto al dialogo libero e al confronto, attento alle nuove generazioni e capace di valorizzare la ricchezza delle diverse culture.
Un grande ringraziamento va a Enzo per la disponibilità con cui ha accolto l’invito ad assumere la responsabilità della direzione, e a Erminia Foti che affiancherà la nuova guida nel ruolo di vicedirettrice. A entrambi l’augurio di un cammino fecondo, perché «Dialoghi» continui a offrire alla Chiesa e alla società un contributo libero, attento e costruttivo.
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