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Testimoni coraggiosi e credibili di Cristo

Si celebra oggi la XL Giornata Mondiale della Gioventù. La lettera di Leone XIV
23 novembre 2025 di Sophie Leveque
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“Anche voi date testimonianza, perché siete con me”: questo è il versetto del Vangelo di Giovanni che Papa Leone XIV ha scelto per la Giornata Mondiale della Gioventù di quest’anno, che celebriamo domenica 23 novembre, solennità di Cristo Re dell’Universo. In una lettera scritta per questa occasione, il Santo Padre invita ciascun giovane a riscoprire le radici della testimonianza e la chiamata a viverla concretamente con impegno nella propria esistenza.

Il Papa sottolinea inizialmente un aspetto tanto semplice quanto fondamentale: la testimonianza autentica del Signore ha la sua origine in un’amicizia personale con Lui. Che bello un Dio che pone l’amicizia come fondamento della sua presenza in noi e in mezzo a noi! Nel chiamarci amici, apre l’orizzonte della relazione con Lui a un rapporto di fiducia reciproca e conoscenza nella verità, e ci indica una postura con la quale abitare il mondo da cristiani: “non come servi, né come attivisti di un partito”, ma semplicemente “ci chiama a stare con Lui come amici, […] sederci accanto a Lui, per ascoltare il suo cuore e condividere da vicino la sua vita”. Da questo, “nasce spontaneamente”, come un seme che germoglia se innaffiato, la testimonianza e l’irradiazione della vita di Dio nella nostra quotidianità.

Come esempio, Giovanni Evangelista e Giovanni il Battista

Leone sceglie di raccontarci due dei tanti testimoni della bellezza di Dio presenti nelle Scritture – Giovanni Evangelista e Giovanni il Battista – per mostrarci come questi abbiano trovato, ciascuno a modo suo, il senso della loro vita e la forza della loro testimonianza dentro la relazione con il Signore. Il Vangelo scritto da Giovanni, il discepolo amato, è il frutto di “un legame personale con Cristo, […] della relazione di fede e di amore con Gesù”, che con naturalezza si traduce nel desiderio di comunicare e condividere con altri la Bellezza sperimentata. Anche a noi, in questo tempo, è chiesto di trovare i modi di raccontare e dare testimonianza alla vita di Dio e al Vangelo che si incarna tra le pieghe dell’oggi. 

Dalla vita del Battista, invece, cogliamo come invito quello di riscoprire giorno dopo giorno la bellezza del decentrarsi per cercare il Centro, ed indicarlo gioiosamente e con libertà ad altri.  È importante dunque saper riconoscere il Signore che passa nella nostra vita, allenarsi a tenere lo sguardo fisso su Gesù, per scoprire dove dimora oggi. Stando in ascolto dei propri desideri profondi e autentici, scopriamo che Egli abita anche nel nostro cuore: ecco l’Inquilino interiore a cui dobbiamo imparare a dare spazio, innanzitutto nella nostra intimità, per poter essere nella nostra vita, frenetica e affaccendata, trasparenza di Dio.

Coltivare uno stile fraterno, vicini ad ogni persona

Il coltivare la relazione con il Signore non può che portarci dunque a “mostrare che Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni persona”, a testimoniare il suo Amore, e a farlo con uno stile speciale: quello della fraternità. Essendo la relazione con il Signore molto personale, anche la testimonianza che ne scaturisce sarà unica e irripetibile per ciascuno: la bellezza – e allo stesso tempo la sfida – del guardarsi come fratelli sta anche nel riconoscere pienamente il valore e la dignità dell’altro, mantenendo uno sguardo che sappia guardare al cuore e non alimenti polarizzazioni di alcun genere.

In particolare, il Papa ci invita in modo speciale a vivere con uno stile fraterno “al fianco di altri giovani”. Come Giovani di Ac sentiamo forte questa esortazione, perché conosciamo da vicino le fatiche della nostra generazione, spesso sono anche le nostre; abbiamo però l’occasione di abitare queste difficoltà con un atteggiamento diverso, e perciò mostrare a chi ci sta accanto una via alternativa, “fatta di vicinanza disinteressata, di compassione sincera e di tenerezza fedele”.

Non siamo soli, il nostro aiuto è nello Spirito Santo

Il Pontefice non omette di fare un accenno alla fatica della testimonianza: è esperienza di tutti coloro che ci provano che essere testimoni del Signore in questo mondo non sempre è semplice. Nella lettera ci viene però ricordato un aspetto essenziale da tenere a mente: non diventiamo Suoi testimoni con le nostre sole forze, ma “con la forza dello Spirito Santo”. Questo è molto liberante, perché ci solleva dal peso della prestazione e dalla pressione dell’efficienza.

Ognuno di noi riesce ad essere fecondo nella propria vita quando riesce a coltivare in maniera personalissima il rapporto con Dio, e in maniera altrettanto unica riesce a dargli testimonianza. Riscopriamo dunque “la dolce gioia di essere evangelizzati e di evangelizzare” per poter essere testimoni credibili dell’Amore di Dio.

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