Il Dicastero delle cause dei santi ha promulgato il decreto firmato da Papa Francesco che riconosce quale «venerabile» Salvo D’Acquisto, il vicebrigadiere che il 23 settembre 1943 si sacrificò per salvare 22 cittadini innocenti, offrendosi volontario alla fucilazione nazista. Una decisione che di fatto avvia il processo di beatificazione. La Presidenza nazionale dell’Azione cattolica esprime profonda gioia per questa decisione del Santo Padre. Dalla sua camera all’Ospedale Gemelli di Roma, il Pontefice ha così voluto sottolineare i valori cristiani e civili che hanno guidato la vita del giovane Salvo D’Acquisto, cresciuto tra le fila dell’Ac della diocesi di Napoli.
Il processo di beatificazione era stato già avviato nel 1983 e nel 1993 la sua “Positio“ era stata convalidata. Tuttavia, nel 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi aveva sospeso la dichiarazione di martirio. Ora, Papa Francesco ha riconosciuto “l’offerta della vita“ di Salvo, riaprendo il processo, sebbene sia necessario un miracolo riconosciuto per la beatificazione.
Salvo D’Acquisto, nato a Napoli nel 1920, fu educato ai valori della fede e dell’Azione Cattolica. Arruolatosi volontario nei Carabinieri nel 1939, partecipò alla campagna d’Africa e, dopo un infortunio e una malattia, tornò in Italia diventando vicebrigadiere. Fu assegnato a Torrimpietra, nei pressi di Roma, dove prestò servizio fino alla sua morte eroica.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i nazisti occuparono l’Italia. Il 22 settembre un’esplosione accidentale in un deposito abbandonato causò la morte di un paracadutista tedesco. In risposta, i nazisti rastrellarono 22 civili, minacciando di giustiziarli. Salvo D’Acquisto, pur consapevole dell’innocenza dei prigionieri, si autoaccusò per salvarli e fu fucilato il giorno seguente. Una decisione, è stato riconosciuto nel decreto che definisce venerabile Salvo D’Acquisto, non dettata da «un semplice atto di solidarietà civica e di filantropia laica», bensì inserita «in uno stile di vita consapevolmente e coerentemente cristiano».
La terza via della santità è l’offerta della vita. Si tratta di una fattispecie a se stante e perciò distinta dalle altre due (martirio ed eroicità delle virtù) riconosciuta da un motu proprio del Papa, Maiorem hac dilectionem, dell’11 luglio 2017. In pratica vi si stabilisce che è possibile proclamare la santità di coloro che siano morti per amore del prossimo, affrontando un pericolo che quasi certamente li avrebbe condotti alla fine della propria esistenza. Il sacrificio di Salvo D’Acquisto rientra in questa nuova fattispecie.
Le spoglie Salvo D’Acquisto riposano nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, dopo essere state traslate nel 1986. La sua famiglia, di umili origini, gli trasmise una profonda fede cattolica. Sembra avesse una simpatia per una ragazza, Giuliana Di Censi, figlia del casellante ferroviario di Torrimpietra, anche se il rapporto non si concretizzò.
La sua storia ha ispirato diverse opere cinematografiche, tra cui il film “Salvo D’Acquisto“ del 1974 e la miniserie televisiva del 2003 con Beppe Fiorello. Con il processo di beatificazione riaperto, la sua figura continua a essere un esempio di sacrificio e coraggio per le future generazioni.