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Ricominciare dai territori e dalle persone

Pax et bonum. Il convegno organizzato da Ac, Fiac e Istituto di diritto internazionale della pace Giuseppe Toniolo
10 giugno 2025 di Gianni Di Santo
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Questo articolo proviene dal quotidiano Avvenire

«È molto difficile dare prospettive di pace, di giustizia, di orizzonte, di dialogo, in un contesto dove tutto invece parla del contrario: orizzonti chiusi, mancanza di fiducia, odio profondo, guerra. Penso soprattutto a Gaza, a quello che è accaduto il 7 ottobre, e quello che sta accadendo oggi, che ha ucciso decine di migliaia di persone, soprattutto innocenti, bambini, donne». La voce del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, attraverso un video-intervento, arriva chiara e forte all’uditorio che si è dato appuntamento domenica 8 giugno a Roma per parlare di Pax et bonum – Costruire la pace per il bene comune, sulla via del diritto internazionale, organizzato da Azione cattolica italiana, Forum internazionale di Azione cattolica (Fiac) e Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”.

Pace, dialogo tra i popoli, rafforzamento del diritto internazionale e bene comune: questi i temi proposti. E non potrebbe essere altrimenti, nell’attuale situazione in cui si trova il mondo, afflitto da guerre.

Il diritto internazionale

La crescita del diritto internazionale è continuata per altri 160 anni, fino ai giorni nostri. Oggi, il diritto internazionale moderno, spiega Sandro Calvani, già dirigente Onu, presidente del Consiglio scientifico dell’istituto “Giuseppe Toniolo”, proibisce anche le armi chimiche e le mine anti-persone, protegge i siti culturali dalla distruzione durante i conflitti armati e stabilisce obblighi di protezione dei minori e di altri non combattenti.

«In più, nel 1948 fu approvata la Dichiarazione universale dei Diritti umani e la Convenzione internazionale che proibisce il genocidio in ogni sua forma e vincola i governi a varie forme di prevenzione e a non collaborare con i genocidari». Firmata e ratificata 153 paesi, compresi gli Stati Uniti, Israele, Russia, Ucraina, Palestina e Italia.

Nel 1950, poi, è stata approvata la Convenzione europea dei diritti umani e nel 1998 lo Statuto di Roma sulla Corte Penale internazionale. In più, nel caso specifico dell’Italia, gli articoli 10 e 11 della Costituzione stabiliscono l’ingresso diretto nell’ordinamento giuridico dei principi del diritto generale internazionale e introducono degli obblighi sulla politica estera – per il Parlamento e per il Governo – con riferimento al ripudio della guerra, alla promozione della pace e della giustizia fra le nazioni. La Costituzione limita chiaramente la sovranità nazionale circa ogni azione relativa a questi temi e alle decisioni delle diverse Corti internazionali.

E oggi?

In base alle inequivocabili leggi internazionali – è l’opinione comune dei relatori del Convegno, tra i quali Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Nicoletta Dentico, esperta di cooperazione e diritti umani, Monica Lugato, Diritto internazionale alla Lumsa, Isabel Trujillo, Filosofia del diritto a Palermo, Pero Sudar, già vescovo di Sarajevo, e Vincenzo Buonomo, delegato pontificio presso la pontificia Università Urbaniana – la guerra moderna è spesso un’azione fuori legge, soprattutto quando concentra il suo fuoco su vittime civili e disarmate. 

«Come ci ha ricordato più volte papa Francesco, pace integrale, sviluppo integrale ed ecologia integrale sono tutti beni comuni interconnessi. È impossibile costruirne uno lasciando indietro l’altro». I beni comuni globali che garantiscono la sopravvivenza, la dignità umana e la felicità dei popoli hanno bisogno di un mondo in pace.

E la pace a sua volta ha bisogno di democrazia reale partecipata, libertà, giustizia, verità e cooperazione multilaterale, senza le quali qualsiasi leader guerrafondaio e egotista avrà sempre la meglio. 

Un minuto per la pace (Pax et bonum)

L’evento si è inserito nel contesto del Giubileo delle associazioni, dei movimenti e delle nuove comunità. Ha preso spunto dall’iniziativa Un Minuto per la Pace che dal 2014, anno dello storico incontro tra Shimon Peres e Abu Mazen nei Giardini vaticani, promosso da papa Francesco e alla presenza di Bartolomeo I, il Fiac propone invitando ogni 8 giugno (alle ore 13) alla invocazione silenziosa per la pace, ovunque ci si trovi nel mondo e ciascuno secondo la propria tradizione.

Non è mancata una fiaccolata per la pace e soprattutto un gesto di pace: la consegna al Comune di Roma di 12 ulivi di pace che verranno messi a dimora a Villa Pamphili, a ricordo dell’ulivo di pace piantato l’8 giugno 2014 nei Giardini vaticani. 

«Allora, per me che sono religioso – è sempre la voce di Pizzaballa – la pace e il bene dove si trovano, dove cercarli? A livello di territorio, è lì che io posso trovare ancora la speranza. Ci sono tantissime persone, associazioni, movimenti, gruppi appartenenti alla società civile che non rinunciano a considerare l’altro un uomo, una persona, con i suoi diritti, con la sua dignità da rispettare. Da lì si deve cominciare».

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