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Leone XIV dono della sinodalità

Il Papa non mancherà di dare seguito al rinnovamento sinodale avviato da Francesco
12 giugno 2025 di Claudio Giuliodori
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Questo articolo proviene da Segno nel mondo



Con l’elezione del nuovo Pontefice molti si chiedono quale sarà il futuro del Sinodo della Chiesa universale e del cammino sinodale intrapreso dalla comunità ecclesiale italiana. C’è molto interesse e tutti sono in attesa di capire che cosa dirà e farà il nuovo pontefice. Anche se ancora non ci sono stati interventi in merito di particolare rilevanza non è difficile intuire che papa Leone non mancherà di dare seguito al rinnovamento sinodale avviato con grande vigore da papa Francesco. Fin dalle sue prime parole ha voluto collocare il suo ministero apostolico nella scia del percorso sinodale: «vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono» (8 maggio 2025). E su questo tema è ritornato in modo incisivo nella veglia di Pentecoste con le aggregazioni laicali: «Dio ha creato il mondo perché noi fossimo insieme. “Sinodalità” è il nome ecclesiale di questa consapevolezza» (7 giugno 2025).

Il rinnovamento missionario

Lo ha ribadito parlando poi ai cardinali e delineando il suo programma di rinnovamento missionario della Chiesa per renderla più capace di rispondere alle sfide del nostro tempo, secondo lo spirito della Evangelii gaudium di papa Francesco. Tra gli altri punti ha ricordato: «il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (n. 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (n. 9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità (n. 33)» (10 maggio 2025). Il vescovo suo confratello e amico Luis Marín de San Martín in un’intervista affermava: «nella sua diocesi ha promosso fin dall’inizio corsi sulla sinodalità per spiegarne il significato e si è sempre impegnato attivamente nei processi sinodali» (L’Osservatore Romano, 19 maggio 2025, p. 5). La sua storia ci presenta una figura attenta a custodire la comunione e con una spiccata attitudine sinodale. L’andamento del Conclave sembra dirci che la sua stessa elezione è un dono della sinodalità maturata nella Chiesa in questi anni.

Un uomo che ascolta

Ma ad attestare la sua sensibilità e la sua attenzione al cammino sinodale c’è soprattutto la sua attiva partecipazione, quale prefetto del Dicastero per i Vescovi alle due sessioni della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Ottobre 2023 e 2024). È stato inoltre relatore al Forum teologico pastorale su La mutua relazione: Chiesa locale e Chiesa universale (16 ottobre 2024). È utile anche ricordare che nei 10 gruppi di studio istituiti da Papa Francesco su questioni emerse durante la prima sessione della XVI Assemblea, ha partecipato a ben due Gruppi (il n. 6 e il n. 7). Anche il card. Mario Greck, segretario del Sinodo dei Vescovi, ha affermato che «il cardinale Prevost, ora papa Leone, è un vescovo sinodale. Cioè, è un vescovo che ascolta. Poi, alla fine, è lui che porta anche il peso delle decisioni finali. Ma è un uomo che ascolta».

Nel contesto del cammino sinodale della Chiesa italiana appare quasi provvidenziale che il percorso non si sia chiuso con la seconda assemblea (aprile 2025). Le difficoltà emerse rispetto al testo delle proposizioni e il ricco dibattito che si è comunque sviluppato nei gruppi, hanno suggerito di prolungare il percorso con l’indizione di una terza Assemblea sinodale ad ottobre e il rinvio dell’Assemblea dei vescovi a novembre. Il primo incontro tra papa Leone XIV e i vescovi italiani si svolgerà il prossimo 17 giugno in occasione di un’Assemblea straordinaria della Cei. Sarà anche l’occasione per capire quali indicazioni verranno dal Pontefice e per ripartire con rinnovato entusiasmo.

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