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Disarmare il cuore

31 gennaio 2025 di Oronzo Cosi
Disarmare il cuore cover image

Le immagini e il linguaggio che caratterizzano il Magistero di papa Francesco sono un costante invito alla riflessione. Nel Messaggio per la LVIII Giornata mondiale della pace, “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”, il papa ci invita a disarmare il cuore (n. 14). L’efficacia di questa immagine contribuisce a una presa di coscienza necessaria e ineludibile: la pace nelle relazioni non può prescindere dalla ricerca della pace interiore.

Questo legame così profondo rappresenta un richiamo delle parole che Gesù risorto rivolge agli apostoli al momento delle apparizioni: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27). È interessante notare come il primo dono di Gesù risorto, fondamento del nostro credere, sperare e amare, sia proprio la pace; ma ancor più interessante risulta essere l’associazione tra il dono della pace e l’invito a vincere il turbamento del cuore.

Accogliere la pace e imparare a custodirla

Accogliere la pace che Gesù risorto ci dona e imparare a custodirla, sia sul piano personale che relazionale, non è dunque un aspetto marginale del nostro cammino di fede, ma uno dei suoi obiettivi più importanti: non si tratta di una semplice aspirazione umana, in quanto rientra nella volontà di Dio per tutta l’umanità e ci è donata nel Figlio risorto. Perseguire la pace significa, dunque, conformarsi a Cristo.

Ma cosa spinge il nostro cuore ad armarsi e cosa contribuisce a disarmarlo? Non possiamo pensare di essere intrinsecamente cattivi, perché san Paolo ci insegna che il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo che ci è stato donato da Dio (1 Cor 6,19), e sant’Agostino ci insegna che la verità abita nella nostra interiorità: c’è quindi in noi un principio di bene, il quale è spesso ostacolato da qualcosa che lavora incessantemente, nel tentativo di perturbare la nostra pace interiore. Secondo Evagrio Pontico, uno dei più importanti Padri del deserto, vissuto nel IV secolo, sono i pensieri la porta d’accesso attraverso la quale il nostro cuore è raggiunto e armato dal male.

Preghiera e gesti concreti: le buone armi

La pace del cuore, dunque, non è mai un possesso “pacifico”, ma è una lotta che dobbiamo affrontare quotidianamente. Per questo è importante prendere coscienza di ciò che la minaccia. Solo la preghiera può disarmare il cuore, perché è in grado di liberarci dai pensieri che lo armano.

Giocando con le parole potremmo dire che le nostre armi migliori per disarmare il cuore sono la preghiera e i gesti concreti sottolineati nel messaggio del papa per la Giornata mondiale della pace: «A volte, basta qualcosa di semplice come “un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito” [Spes non confundit n. 23]. Con questi piccoli-grandi gesti, ci avviciniamo alla meta della pace e vi arriveremo più in fretta, quanto più, lungo il cammino accanto ai fratelli e sorelle ritrovati, ci scopriremo già cambiati rispetto a come eravamo partiti».

Si inizia sempre dal “noi”
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